Elzevira

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Isola

Valle dei templi: Tempio della Concordia

Agrigento 18 febbraio 2011

Mi sveglio lentamenta, vacillando tra il sogno e la nuova giornata. Le immagini del sogno ancora nitide:  sono finalmente  in Sicilia e dalla  profonditá della terra ascolto il boato della terra che inizia a tremare.

Sono cosciente dell' immanente pericolo  ma senza paura. Intorno a me ci sono due  cani che non danno nessun segno di nervosismo, studio i loro movimenti  e  la loro calma mi rasserena.

 
Mi sveglio ed  inizio a rendermi conto della camera del B&B  Teatro della Posta Vecchia dove Julie ed io siamo approdate  la sera precedente.  La prima tappa del nostro giro della Sicilia   sará   Agrigento e l’obbiettivo principale sará   quello di visitare finalmente la valle dei Templi.  Ma fuori pare che piova,  e dopo solo  qualche istante segue un  tuono.  E’ solo febbraio  e ieri scendendo dall’aereo a Trapani faceva circa 15 gradi,  il tempo sembrava buono anche se tirava un forte vento.   Nonostante si stesse   giá bene senza sciarpe e con la  giacca aperta é  ancora inverno.   L’aria fredda da nord a quanto pare ci ha portato questo temporale che dopo altri due tuoni non si fará  piú sentire per il resto della settimana.

Il tuono sembra essere un temporaneo addio  da parte di Thor o Donar, il dio del tuono nella mitologia nordica.  Donar  lo ritroviamo nel linguaggio quotidiano  in  ‘Donderdag’ cioé giovedí.   A Leersum in Olanda abitiamo sulla pendice  di un dosso,  o quella  che da noi  é giá una collina  che porta il sontuoso nome di  ‘Donderberg’ che  letteralmente trodotto significa  la Montagna del Tuono’.  Pare che Thor non abbia  voluto lasciare inosservato la nostra visita alle divinitá Greche.  

ISOLA

Filtra l'ora e  lo spazio

e non ha luce presagio

nell'abbandono dell'erbe;

e il vento, il fresco vento non versa

telai di suoni e chiaritá improvvise,

e quando tace anche il cielo é solo.

Dammi vita nascosta,

e se non sai me pure occulta,

Vita Nascosta

notte aereo mare.

Naufrago; e in ogni sillaba m'intendi

che dalla terra scava il suo spiraglio

e nell'ombra s'allarga,

e albero diventa o pietra o sangue

in ansiosa forma d'anima

che in sé muore,

me stesso brucato dal patire

che m'asserena:  profonditá d'amore. 

Quasimodo da 'Oboé sommerso' (1932) 

Vertaling :

Verborgen leven

Het filtert uur en ruimte

en licht heeft geen voorteken

in de overgave van het gras; 

en de wind; de frisse wind stort geen

weefgetouwen van klanken en plotse helderheid uit,

en wanneer hij zwijgt is ook de hemel alleen.

Geef me verborgen leven,

en wanneer dat niet kan verduister dan ook mij,

nacht, hemelzee. 

Ik ga ten onder: en in elke lettergreep geef je me te kennen

dat het zich vanuit de aarde naar de oppervlakte graaft

en zich in de schaduw verbreedt,

en boom wordt of steen of bloed

in hunkerende zielenvorm

die in zichzelf sterft, 

en ikzelf leeggeplukt door het lijden

dat me tot rust brengt:  diepten van liefde. 

Uit: 'De mooiste van Quasimodo' vertaling door Erik Derycke en Bart van den Bossche, Lannoo, Atlas 2004

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